Laura Domitilla Maria Coen Luzzatto nasce a Trieste giovedì 9 febbraio 1911 da Raffaele Moisè Coen Luzzatto e Irma Fano, entrambi di origine ebraica. Alla nascita è cittadina turco-ottomana, e solo il 20 luglio 1922 diviene cittadina italiana (la cittadinanza viene accordata a tutta la famiglia). Trasferitasi a Firenze nel 1928, si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Firenze dove si laurea nel 1932, relatore Guido Mazzoni, discutendo la tesi La critica letteraria di Niccolò Tommaseo, in seguito pubblicata due volte, nel 1933 e nel 2018.
Nel biennio 1932-1933 che precede e segue il conseguimento della laurea, Laura frequenta la Scuola per Bibliotecari e Archivisti paleografi, sempre presso l’ateneo fiorentino. Subito dopo il conseguimento della laurea e della specializzazione, ottiene l’incarico di Bibliotecaria alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, dove è assunta il 31 luglio 1933.
Nel corso della primavera del 1931 avviene l’incontro con Luigi Dallapiccola: da quel momento la vita di Laura è interamente vissuta nel segno del grande compositore al quale, da subito, la unisce una partecipazione assoluta alle vicende musicali. Nel 1936 Laura lascia la sua casa in Via Faentina 75 e si sposta in Viale Regina Margherita 28, in un appartamento appositamente cercato da lei stessa per dare inizio alla convivenza con Luigi. Scelta ardita e coraggiosa per l’epoca. Il 23 gennaio 1938 Laura viene battezzata ed entra a far parte formalmente della comunità cattolica. Il battesimo è funzionale al matrimonio con Luigi Dallapiccola, che viene celebrato nella chiesa di San Marco Vecchio il 30 aprile 1938.
Luigi e Laura affrontano insieme le leggi razziali: sperano che, come moglie di un non-ebreo, lei possa conservare il suo posto di lavoro. «Qui si vive aspettando. Sono – anzi siamo – sospesi e posdomani sera avremo la nostra sentenza. […] Mia moglie ed io ormai rassegnati all’inevitabile e non più ormai lontana nostra sorte, si vive in profonda malinconia».
Il 30 dicembre 1949, a soli trentanove anni, lascia volontariamente il suo prestigioso incarico di “Direttrice di Biblioteca di III classe”, per tre motivi fondamentali: dedicarsi completamente a suo marito, della cui opera musicale già allora percepisce appieno l’importanza; dedicarsi alla figlia di cinque anni; dedicarsi al suo nuovo lavoro di traduttrice. Alla fine degli anni Sessanta Laura torna a lavorare ancora per circa due anni, come volontaria, alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, con il compito di ricostituire le grandi voci dei cataloghi andati distrutti durante l’alluvione del 1966.
Luigi e Laura condividono un’unione intellettuale esclusiva e profonda. Per comprendere, anche solo parzialmente, l’ascendenza che Laura ha avuto su Dallapiccola, forte e al tempo stesso discreta, è sufficiente pensare che da quando si incontrano, nel 1931, finisce l’epoca delle composizioni giovanili dedicate all’Istria e inizia l’esplorazione della grande letteratura europea (Mann, Joyce, Proust), che si sarebbe rivelata strutturalmente costitutiva della dodecafonia dallapiccoliana nella sua complessiva evoluzione. D’altro canto, la stessa trilogia dei “prigioni”, Canti di prigionia, Il Prigioniero, Canti di liberazione, non sarebbe mai nata senza le persecuzioni razziali subite da Laura.
Tutta la ricerca musicale e teologica di Dallapiccola è filtrata dall’apporto di Laura e i testi da lui musicati sono quasi sempre da lei individuati e suggeriti. Si può affermare con certezza che tutte le opere posteriori al 1933 che prevedono un testo letterario sottendono la firma di Laura. Gli stessi scritti del compositore, con relative dediche – ora palesi, ora occultate e segretamente trasmesse – aiutano a capire quale e quanto affetto e riconoscenza lo legassero a sua moglie. Laura rappresenta per Luigi il campo della ragione illuminato dalla poesia, ed è alla base di tutte le scelte letterarie che dal 1931 fino alla morte sono alla base di gran parte del magistero musicale dallapiccoliano. È a lei che Dallapiccola dedica ogni suo lavoro, ora in modo palese ora in modo segreto e intimamente privato (cfr. corpus dediche dallapiccoliane a Laura). Nel 1937 la prima serie dodecafonica, “Altissima luce”, prima delle Tre Laudi, tanto importante da citarle due volte trent’anni dopo nell’Ulisse. È a Laura che, nell’approssimarsi del momento supremo, lascia sul pianoforte la sua partitura incompiuta, ultimo omaggio alla compagna della sua vita: Lux. È lei la sua Luce di tutta un’intera esistenza.
Nelle immagini, in ordine
Laura Luzzatto, 1928, foto del libretto universitario
Luigi e Laura a Praga nel 1935
Luigi e Laura a Viareggio il 12 luglio 1936
Laura Coen Luzzatto a venticinque anni, nel 1936
Laura Dallapiccola il giorno delle nozze, Firenze, 30 aprile 1938
Luigi e Laura a Firenze nel 1950 con la figlia Annalibera di sei anni
Luigi e Laura a New York nel 1956 con la figlia Annalibera di dodici anni
Laura Dallapiccola a Heidelberg nel 1969
Laura Dallapiccola a Bologna nel 1975 ritira la Laurea honoris causa assegnata a Luigi
Laura Dallapiccola a Firenze nel febbraio 1995 durante i lavori del convegno internazionale di studi dedicato a Luigi. La foto la coglie esattamente un mese prima della morte