(Firenze, 29 novembre 1916 – Roma, 8 maggio 1976)
Valentino Bucchi nasce a Firenze il 29 novembre 1916. Suo padre suona il corno, la madre il violino; fin da piccolo segue i genitori nelle loro tournée e si avvicina spontaneamente al mondo della musica; tuttavia non ama lo studio del pianoforte a cui la madre lo costringe. Terminato il liceo si iscrive al Conservatorio Cherubini; diplomatosi in composizione nel 1944, (Barbieri, Dallapiccola, Frazzi), entra subito a far parte del corpo docente e vi rimane fino al 1954.
In quegli anni Bucchi svolge anche l’attività di critico musicale per “La Nazione”, attività che continua per altri 20 anni in maniera saltuaria, collaborando con vari altri quotidiani (“Il nuovo Corriere”, l’“Avanti”), riviste culturali (“Fiera letteraria”, “Galleria”) e riviste musicali (“La rassegna musicale”, “Chigiana”).
Lo scrivere parole oltre che musica è una costante che si porta dietro tutta la vita. Ricordiamo la grande cultura di Bucchi, musicale ma non solo, appresa negli anni degli studi universitari – si laurea in Filosofia – e durante la frequentazione dell’ambiente letterario fiorentino.
Direttore artistico e consulente di Accademie ed Enti lirici (Accademia Filarmonica Romana 1958-60, Teatro Comunale di Bologna 1963-67, Accademia Chigiana di Siena), docente dal ‘45 nei Conservatori di Firenze e Venezia, assume la direzione del Conservatorio di Perugia dal 1957 al 1974, per passare poi a quella del Conservatorio fiorentino, mantenuta fino alla sua scomparsa, avvenuta l’8 maggio 1976 a Roma.
L’attività compositiva di Valentino Bucchi si articola nei registri più vari della comunicazione musicale. Musicista essenzialmente libero, fugge da ogni catalogazione di corrente. Una grande coerenza morale sorregge il maestro per tutta la vita; la sua produzione persegue una linea stilistica che non cede né alle mode né all’ accademismo, facendosi portabandiera di un umanesimo aperto alle problematiche sociali.
Compositore non violento e non competitivo, contraddistinto da un grande eclettismo compositivo, lavora all’insegna di una mancanza totale di preclusioni sia nei confronti dei mezzi discorsivi più tradizionali, sia nei riguardi delle più innovative scoperte moderne, microtonalità compresa, pur inserendo anche le maggiori arditezze compositive all’interno di un mondo sereno ed equilibrato.
Il premio Valentino Bucchi per giovani musicisti ha avuto inizio nel 1978, dedicato di anno in anno a strumenti diversi.
Bibliografia
Liliana Pannella, Valentino Bucchi: anticonformismo e politica musicale italiana, Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1976
http://www.premiobucchi.it/le_