Dallapiccola non ha avuto molte rappresentazioni tridimensionali: assenti sono infatti le statue a figura intera e rari sono i busti, soprattutto se messi a confronto con la cospicua produzione di ritratti, caricature e disegni. Pierucci realizza nel 1967 l’unico busto quando Dallapiccola era ancora vivente, aprendo la strada alle sculture dallapiccolianedi Quinto Martini e Giuseppe Gavazzi, tutti di area pistoiese. I busti sono realizzati in stucco, gesso e terracotta: materiali poveri che tuttavia assolvono perfettamente al loro compito, rendendo manifesto lo spiritus vitale del compositore. Degna di nota è la creazione di Stefano Sperandei, un’opera singolare che attinge ad un genere a lungo ritenuto prettamente popolare: il volto e l’anima di Dallapiccola si incarnano così nella testa di un burattino, in legno di cirmolo.
Troviamo anche opere realizzate secondo tecniche miste, come quella di Bussotti del 1953 e la silhouette – anonima – del 1985. Ricordiamo infine il collage dell’artista milanese Squatriti, che catapulta Dallapiccola nel mondo e nell’estetica contemporanea. [MM]
1967
Giulio Pierucci, Testa in stucco di Luigi Dallapiccola, 1967. Collezione privata.
1975
Quinto Martini, Busto in gesso di Luigi Dallapiccola /1, 1975. ACGV, FDa, s.c.
2006
Giuseppe Gavazzi, Busto in terracotta di Luigi Dallapiccola con vestito a righe, 2006. Collezione privata.
2017
Stefano Sperandei, Burattino di Luigi Dallapiccola, legno di cirmolo, 2017. Collezione Giovanni Bartoli.
2018
Antonio Di Tommaso, Testa di Luigi Dallapiccola, terracotta, 2018. Centro Studi Luigi Dallapiccola.
1953
Silvano Bussotti, Dallapiccola dodecafonico, 1953. Collezione privata.
1985
Anonimo, Silhouette di Luigi Dallapiccola, 1985. Collezione privata.
2008
Fausta Squatriti, Collage per “Il Prigioniero” di Luigi Dallapiccola, 2008. Collezione privata.