Esiste la vera immagine di qualcuno o dobbiamo pensare all’iconografia come a un qualcosa in movimento? Se il grande limite di un ritratto è quello di provare a tradurre in fisicità l’essenza impalpabile del soggetto raffigurato, prediligendo un aspetto piuttosto ché un altro e pertanto fornendo una immagine del soggetto, la caricatura si propone invece come un genere “efficiente”: la sua forza risiede nel suo essere eccessivo, poiché esagerando fino all’esasperazione alcuni tratti, la caricatura prende vita propria, andando fuori dal tempo, dalla storia e dalla soggettività. Superate le problematiche legate alla reale corrispondenza fra ritratto e personaggio, ecco che l’idea del volto inizia a vivere libera in ognuno di noi. Tra le varie caricature che presentiamo – cinque sono gli artisti che vi si sono cimentati – una di esse ha una storia degna di nota: a lungo ritenuta opera di un anonimo, è stata recentemente attribuita da Mario Ruffini a Dallapiccola stesso, divenendo l’unica autocaricatura a noi conosciuta. [MM]
1934
Bruno Milotti, Ritratto caricaturale di Luigi Dallapiccola, 1934. Collezione privata.
1940
Alberto Manetti detto “Brivido”, Ritratto caricaturale di Luigi Dallapiccola, 1940. Collezione privata.
1945
Michael Noble, Caricatura di Luigi Dallapiccola al pianoforte, 1945. ACGV, Fondo Prosperi.
1952
Mippia Fucini, Luigi Dallapiccola. Le note del dodecafonico, 1952, Firenze, Conservatorio Statale di Musica “Luigi Cherubini”, inv. cat. A n. 00028.
1955
Alessandro Materassi, Ritratto caricaturale di Luigi Dallapiccola che fuma, 1955. ACGV, FDa, 6.
1968
Luigi Dallapiccola, Autoritratto caricaturale con dedica, cartone bianco, Berlino 1968. ACGV, FDa, I.a.6.